In questa guida spieghiamo chi sono il cedente e il cessionario nel Documento di trasporto.
Il documento di trasporto, Ddt, è stato introdotto normativamente nel 1996 e ha sostituito la precedente bolla di accompagnamento. Si tratta di un documento che deve necessariamente accompagnare il trasferimento di una partita di merce da un luogo a un altro, indipendentemente dalla causale dello spostamento. Il caso che ci viene subito in mente è quello di beni trasportati da un luogo all’altro per essere venduti. Dunque, chi effettua la spedizione è il cedente e chi la riceve è il cessionario.
Il Ddt può essere compilato anche in carta semplice, sempre che in esso compaiano tutti gli elementi obbligatori richiesti dalle norme. Per prima cosa, devono comparirvi gli estremi identificativi del cedente, compreso il numero di partita IVA. Lo stesso dicasi per i dati identificativi del cessionario. Bisogna anche indicare chi effettua la spedizione, ovvero se il cedente, il cessionario o se un terzo, vale a dire un vettore. In questo caso, se per la consegna vengono impiegati due o più vettori, risulta necessario indicare le generalità solamente del primo. Resta indispensabile, invece, segnalare dati approfonditi del vettore nel caso di trasporto di beni particolari, come materiali infiammabili, compresi il domicilio e il numero di patente.
Seguono la descrizione delle quantità e della qualità dei beni trasportati, mentre il prezzo unitario e totale non è obbligatorio. Anzi, spesso non è preferibile nemmeno indicarlo, per quanto sia facoltativo farlo, per evitare che terzi entrino in contatto con informazioni che si vorrebbero tenere riservate. Devono anche essere indicati la data e il luogo di emissione, il luogo di consegna e il numero progressivo del documento, oltre che la data di spedizione, che potrebbe non coincidere con quella di redazione.
Dunque, il caso classico, anche se non affatto detto che sia il più usuale, è la redazione di un Ddt per il trasporto di merce inviata dal cedente al cessionario. Si immagini la spedizione di una partita di prodotti semilavorati da un magazzino fino allo stabilimento di produzione del cliente. Attenzione, perché nel momento in cui la merce verrà inviata, il cedente dovrà inserire il numero del documento e il problema di pone nel caso di un’azienda con diverse unità produttive. Infatti, bisogna seguire una delle due possibili numerazioni, quella della singola unità aziendale o quella dell’intera azienda. In genere, per semplificare la procedura di redazione diventa consigliabile una numerazione progressiva per ogni unità aziendale, altrimenti bisognerebbe integrare le comunicazioni tra diverse sedi, compito non sempre agevole.
Il cedente che redige il ddt potrà avvalersi della fatturazione differita. Il Ddt va conservato per tutto il tempo utile ai fini dell’accertamento, per cui si consiglia di allegarlo alla fattura relativa alla vendita realizzata.